amerigo_gozzi ha scritto: ↑venerdì 17 maggio 2024, 1:07
Lo so che sono OT, ma leggendo post come questo mi viene proprio voglia di chiedere a Fabrizio se ha voglia di raccontarci per filo e per segno come tutto è iniziato e come si è inserito in questo mondo. Ripeto lo so che sono OT, per cui cancellate pure il post se fastidioso. Però più o meno da quanto ho letto ho capito che o genitori di Fabrizio erano proprietari di un cinema, che lui aveva iniziato a studiare medicina, ma alla fine non son mai riuscito a capire cosa è che ha fatto scattare tutto questo interesse per l'audio in lui e co e questo si sia sviluppato. Non mi dilungo, forse non è neanche un argomento che arricchirebbe davvero il forum, ma a me piacerebbe leggere una biografia di questo tipo
Grazie di cuore per l'interesse...!
Mio padre era ufficiale di marina mercantile, radiotelegrafista dipendente direttamente da Marconi (dal 1923, quando ancora non si usavano le valvole...). Fu lui ad appassionarmi all'elettronica, lasciandomi smontare pezzo per pezzo almeno tre vecchie radio, con me che chiedevo a cosa servissero, ciascuno. La curiosità che me ne venne fu il motivo per cui -non appena possibile- divorai qualsiasi libro trovassi a tiro sull'argomento.
Mia madre era casalinga, ma sua sorella aveva un cinema, che io frequentavo d'estate esattamente come il bambino di Nuovo Cinema Paradiso, compresi gli spezzoni di pellicola che mi regalava il proiezionista.
A nove anni ero appassionatissimo di Chimica e mi ero fatto un piccolo laboratorio piegando almeno dieci metri di tubicini di vetro: mi sarebbe stato utile pochi anni dopo, quando passai alla Fotografia e mi divertii a preparare i bagni di sviluppo e fissaggio, provando sistematicamente nuove formule. Ricordo che imparai a fotografare a 12-13 anni, su una Zeiss Super Ikonta 533/16, a soffietto, vale a dire la fotocamera più lenta che si potesse immaginare. La Nikon l'ho avuta a 17 anni, regalata da mio zio ed acquistata -insieme- a Singapore.
A 14 anni -al Ginnasio- il mio compagno di banco mi mostrò con orgoglio i manuali d'uso del suo ampli Sansui AU555 e del piatto Pioneer, suscitando una nuova e definitiva mia passione per l'HiFi, che da allora non mia ha mai abbandonato (ora di anni ne ho quasi 67).
I miei non erano "ricchi". Mio padre -del 1906- era ragazzino negli anni della Prima Guerra Mondiale, mentre la Seconda Guerra se l'è fatta tutta, a bordo di varie navi, una delle quali affondata su una mina, un'altra sabotata con una mina, la terza mitragliata...e così via... uscendone vivo per puro miracolo. Lui era abituato alle spese "sane", per cui quando gli chiesi di comperarmi l'impianto stereo (volevo due Klipschorn...) mi rispose acquistando un compatto Philips GF-808, che è l'impianto che ho avuto in casa prima di avere il Mostro di Stereoplay. Ecco la sua foto...
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Visto che le Klipschorn mio padre non me le avrebbe mai comperate, mi sono messo in testa di progettarmele e realizzarmele da solo. I miei mi mandavano un mese d'estate ad Oxford, a studiare l'inglese... ed io invece mi catapultavo nelle biblioteche tecniche sia di Oxford che del Politecnico di Londa, spendendo metà di quel che avevo (poco...) per le fotocopie di tutti i capitoli sulle trombe dei manuali (Olson, Beranek, Kinsler & Frey...) e per le copie degli articoli di Webster, Salmon, Freehafer, Wente & Thuras... ma le cose più interessanti e comprensibili le trovai su Wireless World, le cui pubblicazioni iniziavano nientemeno che nel 1911...
Dopo due estati ad Oxford la mia documentazione era talmente interessante che venni presentato sia a Marino Mariani -direttore di Audiovisione- che a Paolo Nuti e Renato Giussani, del Gruppo Suono. Fu Nuti a farmi una specie di esamino, durante il quale risposi stendendo sul foglio tutta l'equazione che descriveva la risposta di una tromba, frequenza per frequenza. Era quella che impiegavo con la calcolatrice non programmabile Casio, per cui il "software" lo dovevo tenere a mente e sulle dita... Poi ricordo che ebbi una Texas Ti-58 (con la quale progettai il Mostro di Stereoplay) ed infine la Ti-59, a schede, con la quale calcolai le trombe dei miei primi impianti da concerto: Audiometric (con componenti Gauss) ed H.Q., con componenti JBL ed RCF.
Scrivendo per Stereoplay, in particolare per il supplemento Stereobest, ero stato infatti notato dal rappresentante della Electrovoice/Gauss per Roma, che mi aveva commissionato due diffusori per poter valutare le mie capacità. Io li avevo già pronti e tagliati, avendoli progettati per un amico, e non dovetti fare altro che avvitare ed incollare. Il risultato fu talmente positivo che quei diffusori me li sono ricomperati dall'amico e li ho mantenuti come il "primo dollaro di Paperone": sono quelli che io chiamo "i Ranocchi", e sono ancora imbattuti. Nel 2009 ricordo di averli attivati per uno dei due Impianti-Provocazione, quello a tromba, destando lo sgomento di quasi tutti i circa cento ascoltatori...
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Il resto è facile immaginarlo: abbandonai la facoltà di Medicina perché mio padre era morto ed occorreva che io lavorassi: ed all'epoca mi pagavano davvero moltissimo.
Saluti
F.C.