L'amplificatore riunisce diverse funzioni. Innanzitutto deve elevare il segnale proveniente dalle sorgenti (lettore cd, giradischi ecc …) in modo che possa essere riprodotto a volume adeguato dagli altoparlanti.
Poiché spesso vengono collegate più sorgenti, l'amplificatore in genere dispose di un selettore degli ingressi per poter scegliere l'apparecchio da cui si desidera ascoltare musica, senza attaccare e staccare cavi.
Dispone sempre di un controllo del volume per poter ascoltare ad un giusto livello.
Apro una parentesi importante: la manopola del volume non è come l'acceleratore di un'automobile, quindi la sua posizione non ha nulla a che fare con la potenza erogata.
Questo significa che la potenza massima non è detto che verrà erogata nella posizione di fondo corsa, ma sarà in genere raggiunta parecchio prima.
Il controllo del volume è un attenuatore e, al massimo, cioè ruotato completamente verso destra, risulterà escluso.
Quanto “suona forte” l'impianto, quindi quanta potenza sta erogando l'amplificatore (la potenza si misura in watt), dipende dal livello del segnale in ingresso, che a sua volta è influenzato dalle caratteristiche elettriche della sorgente e da come è stato registrato il programma musicale, oltre, naturalmente, dalla posizione del controllo di volume.
Normalmente, per un volume normale di ascolto, la manopola potrà trovarsi più o meno in una posizione che va da “ore nove ad “ore dodici”, ma si tratta di un dato puramente indicativo.
Torniamo all'amplificatore. Molto spesso sono inseriti dei controlli di tono che possono servire ad equalizzare grossolanamente delle registrazioni che non troviamo soddisfacenti.
Ci possono essere altri controlli, come i filtri, fino ad arrivare ad una barra di registrazione separata, che permette di ascoltare un sorgente e, contemporaneamente, registrarne un'altra, ma si tratta di casi particolari che non voglio esaminare in questa sede.
Nel nostro amplificatore ci sono le prese per diversi ingressi, solitamente marcati con diciture tipo, tape, tuner, cd, aux ecc... realizzate con delle coppie di pin jack rca, da usare per il canale sinistro (left o colore bianco) e per il canale destro (right o colore rosso).
Solitamente questi ingressi sono tutti uguali elettricamente e le diciture servono solo per facilitare i collegamenti.
L'unico che si differenzia nettamente, se presente, è quello marcato phono, che viene usato per il giradischi.
Il segnale che esce da un giradischi HiFi è molto più debole e richiede uno stadio di preamplificazione, per portarlo al livello di quello delle altre sorgenti, quindi deve passare attraverso un circuito denominato pre phono, che deve anche provvedere ad equalizzarlo.
Il segnale proveniente dal giradischi, infatti, non è registrato in maniera lineare e deve essere corretto attraverso una curva di equalizzazione denominata RIAA (Recording Industry Association of America), in caso contrario l'ascolto sarà sbilanciato sugli alti.
Quindi, se avete un giradischi HiFi, dovrete necessariamente collegarlo all'ingresso phono, altrimenti ascolterete male e ad un volume bassissimo.
Il caso contrario, connessione di una sorgente qualsiasi all'ingresso phono, sarà anche peggiore, perché, il segnale troppo forte causerà quasi sicuramente la saturazione del circuito, con un tasso di distorsione fortissimo.
ATTENZIONE. Non tutti gli amplificatori di oggi hanno l'ingresso phono. Se volete per forza usare un giradischi ed il vostro ampli non ne è dotato, dovete acquistare un preamplificatore phono a parte, da interporre tra il giradischi ed un normale ingresso dell'amplificatore, oppure dovete acquistare un giradischi dotato di pre phono incorporato, come alcuni modelli Project.
Torniamo ora al pannello posteriore, quello con le coppie di prese pin jack rca con le relative scritte (cd, aux, tape …). Tutte queste prese sono in INGRESSO, e servono a far arrivare all'apparecchio il segnale di una sorgente.
Ma l'amplificatore possiede anche delle prese in USCITA, che servono per inviare il segnale agli altoparlanti e ad un eventuale registratore.
I registratori, per esempio, usano le prese marcate tape in per la riproduzione ma, per registrare, hanno bisogno di una seconda coppia di prese, marcate tape out. Attraverso le prese tape out dell'ampli transita il segnale in uscita verso il registratore.
Attenzione, perché queste prese sono identiche e vicine alle altre in ingresso, ma non servono per sentire una sorgente attraverso gli altoparlanti, quindi, se ci collegate un cd player o un registratore, non sentirete nulla.
Che cosa registra il registratore? In genere la sorgente selezionata con il selettore di ingressi, che sarebbe la stessa che viene ascoltata sugli altoparlanti, ma, in casi particolari, è possibile far arrivare al registratore il segnale proveniente da un altro apparecchio, se esiste un secondo selettore, denominato record out.
Ricordate che il segnale che arriva al registratore non viene influenzato dai vari controlli (volume, toni e filtri).
Su molti apparecchi è presente un selettore denominato tape monitor, che serve a controllare come sta venendo la registrazione, mentre la stiamo effettuando, ma ne parleremo diffusamente nelle pagine dedicate ai registratori. Infine, sempre parlando delle uscite, c'è il collegamento per gli altoparlanti.
Questo è realizzato in genere con dei morsetti in cui vengono inseriti direttamente, o tramite banane, i cavi dei diffusori. Le prese sono marcate left e right (rispettivamente per il canale sinistro e destro) ed i morsetti sono colorati in rosso (+) e nero (-). Se non li collegate correttamente ma invertite i fili di un solo canale, non accadrà nulla di pericoloso, ma semplicemente avrete collegato i diffusori in controfase, e non sentirete in maniera ottimale.
Per finire, alcuni amplificatori hanno due ulteriori coppie di prese pin jack, denominate main in e pre out, spesso collegate con un ponticello.
Queste prese servono per separare (eliminando il ponticello) il pre dal finale.
Negli amplificatori sono sempre presenti uno stadio di preamplificazione, contenente il selettore degli ingressi, i controlli di tono ecc... ed uno stadio finale che eleva il segnale fino a portarlo ad un livello adeguato a far suonare gli altoparlanti.
In molti impianti grandi (e costosi) vengono installati, in apparecchi separati, il preamplificatore ed il finale di potenza, ma di fatto tutti gli amplificatori “normali” uniscono nello stesso cabinet i due apparecchi, con un risparmio di spazio e di soldi.
La possibilità di separare pre e finale, in un ampli integrato, permette, per esempio, di usare un integrato non abbastanza potente con un nuovo finale senza dover acquistare anche un pre nuovo.
Chiudiamo con un piccolo ragionamento sulla potenza.
La potenza si misura in watt e, grosso modo, potremmo fare il parallelo con i cavalli (ora si parla anche di kilowatt) di un automobile.
Più ce ne sono e più è potente, quindi potrà far suonare più forte gli altoparlanti.
Ci sono diversi metodi per misurare la potenza su un ampli e quindi, se non sono ben specificate le condizioni di misura, è difficile confrontare apparecchi diversi, su questo parametro.
Senza scendere troppo in particolari, possiamo dire che la potenza di un ampli HiFi dovrebbe essere misurata nell'arco di tutta la gamma di frequenze udibile dall'orecchio umano (più o meno 20-20000 Hertz), in maniera continuativa (RMS) e con un basso tasso di distorsione (si misura in percentuale e sarebbe bene che il valore fosse decisamente piccolo, sicuramente inferiore all'1%).
Anche se potete non comprendere fino in fondo queste sigle, nei dati tecnici di un apparecchio queste devono comparire a fianco alla potenza erogata.
Ma quanta potenza ci serve?
Ricordate che la potenza la fornisce l'amplificatore, mentre gli altoparlanti devono soltanto SOPPORTARLA.
Questo significa che se su un diffusore è scritto 200 watt, nulla vi impedisce di pilotarlo con un ampli da 30, se questa potenza è sufficiente a raggiungere un livello d'ascolto adeguato nel vostro ambiente.
Viceversa, se state attenti con la manopola del volume, potete utilizzare un diffusore che dichiara pochi watt con un ampli molto potente.
Veramente, per essere precisi, se si esagera con il volume, è più facile fare danni con un piccolo amplificatore che con uno superpotente perché, … torniamo alla manopola del volume …
… abbiamo già detto che non è come l'acceleratore dell'auto.
Questo significa che potremmo raggiungere la massima potenza già, ipotizziamo, un po' oltre la metà della corsa.
Che succede se raggiunta la potenza massima alziamo ancora? La potenza non aumenta, perché l'ampli non è in grado di farlo, ma il suono si indurirà e comparirà una distorsione fastidiosa ed udibile.
In queste condizioni, visto che il segnale musicale ha un livello variabile, immaginate un brano musicale dove ci sono dei picchi di livello, e dei momenti in cui la musica è più bassa, il livello dei picchi rimarrà invariato (non potendo salire ulteriormente), mentre tutto il resto crescerà di volume.
Insomma ascolterete un suono distorto e piatto dinamicamente, esattamente il contrario di quello che si cerca in HiFi.
A questo punto, l'amplificatore, anche se di piccola potenza, può danneggiare seriamente gli altoparlanti, anche se le loro specificate riportano valori di potenza (sopportata) molto elevati.
In commercio esistono diversi tipi di amplificatori, che si distinguono per il tipo di funzionamento (si parla di classi di amplificazione, A, B ecc …) e per la tecnologia usata (transistor e valvole).
Visto che questo testo è rivolto ai neofiti, non credo sia il caso di scendere in questioni tecniche complicate.
Personalmente, ritengo che chi comincia farebbe bene ad orientarsi su un amplificatore a transistor di media potenza, valutando attentamente i diffusori da usare e le caratteristiche dell'ambiente d'ascolto, perché è ovvio che un ambiente più grande richiederà più potenza.
L'amplificatore, ovvero ... il cuore del sistema
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