Diffusori ed ambiente: la parola finale
Inviato: lunedì 18 maggio 2020, 11:34
Sono diversi anni che discutiamo del problema dell'interfacciamento tra diffusori ed ambiente, specificamente in gamma bassa.
Per quanto infatti riguarda la gamma media ed alta, i nostri comuni ambienti sono assai meno critici di quanto si creda, grazie alla frequente presenza di arredi assorbenti (tendaggi e divani) ed altri diffondenti (librerie, sedie...). E poi, alle brutte, basta avvicinare i diffusori al punto di ascolto per contenere il contributo delle riflessioni ambientali entro limiti accettabili: beninteso se i diffusori sono di dimensioni abbastanza ridotte da consentirlo.
Resta il problema della gamma bassa: insoluto... (ma vedremo che non è vero)
In questo thread io vi guiderò alla scoperta di due "verità nascoste" di cui altrove non si è mai parlato e credo non sentirete mai parlare.
La prima "verità" è che il tipo di diffusore influenza positivamente o negativamente il rapporto tra lo stesso e l'ambiente: in linea di massima PIU' il diffusore è efficiente e MENO risente delle risonanze ambientali. Vedremo che le misure supportano questa ipotesi, che -prima di me- è stata avanzata da esperti del calibro di H. Olson e di T. Salava.
Per accertare se questo è vero basterà fare una serie di comparazioni, misurando dapprima la risposta in frequenza dell'insieme dell'arrivo diretto dal diffusore all'ascoltatore, più le riflessioni ambientali. Poi (ed è facilissimo con i moderni software) andremo a graficare la risposta delle SOLE RIFLESSIONI, per esempio quelle che sopravvivono dopo mezzo secondo. Ho scelto questo tempo perché la finestratura temporale sopravanza in avanti e quindi include una quota di energia che arriva prima, ma potete arrivare alle stesse conclusioni scegliendo anche valori diversi, purché non includiate anche l'emissione diretta dal diffusore.
A questo punto vi starete chiedendo quale sia la "seconda verità": ebbene, questa è che E' DEL TUTTO POSSIBILE ottenere risultati strepitosi in un ambiente anche privo di trattamento acustico alle basse frequenze, ma dimenticatevi di poterlo fare da voi e con diffusori commerciali. La tecnica esiste ma è talmente sofisticata che io stesso ho impiegato più di una settimana di misurazioni e tarature, prima di ottenere il risultato (da rimanere a bocca aperta) che vedrete negli ultimi grafici in sequenza. E' pur vero che coloro che hanno ascoltato questo tipo di configurazione hanno sempre confermato che l'ascolto concorda con le previsioni e con le misure. Dunque SI PUO' FARE...!
Incominciamo a studiare i grafici dal prossimo post.
Segue
F.C.
Per quanto infatti riguarda la gamma media ed alta, i nostri comuni ambienti sono assai meno critici di quanto si creda, grazie alla frequente presenza di arredi assorbenti (tendaggi e divani) ed altri diffondenti (librerie, sedie...). E poi, alle brutte, basta avvicinare i diffusori al punto di ascolto per contenere il contributo delle riflessioni ambientali entro limiti accettabili: beninteso se i diffusori sono di dimensioni abbastanza ridotte da consentirlo.
Resta il problema della gamma bassa: insoluto... (ma vedremo che non è vero)
In questo thread io vi guiderò alla scoperta di due "verità nascoste" di cui altrove non si è mai parlato e credo non sentirete mai parlare.
La prima "verità" è che il tipo di diffusore influenza positivamente o negativamente il rapporto tra lo stesso e l'ambiente: in linea di massima PIU' il diffusore è efficiente e MENO risente delle risonanze ambientali. Vedremo che le misure supportano questa ipotesi, che -prima di me- è stata avanzata da esperti del calibro di H. Olson e di T. Salava.
Per accertare se questo è vero basterà fare una serie di comparazioni, misurando dapprima la risposta in frequenza dell'insieme dell'arrivo diretto dal diffusore all'ascoltatore, più le riflessioni ambientali. Poi (ed è facilissimo con i moderni software) andremo a graficare la risposta delle SOLE RIFLESSIONI, per esempio quelle che sopravvivono dopo mezzo secondo. Ho scelto questo tempo perché la finestratura temporale sopravanza in avanti e quindi include una quota di energia che arriva prima, ma potete arrivare alle stesse conclusioni scegliendo anche valori diversi, purché non includiate anche l'emissione diretta dal diffusore.
A questo punto vi starete chiedendo quale sia la "seconda verità": ebbene, questa è che E' DEL TUTTO POSSIBILE ottenere risultati strepitosi in un ambiente anche privo di trattamento acustico alle basse frequenze, ma dimenticatevi di poterlo fare da voi e con diffusori commerciali. La tecnica esiste ma è talmente sofisticata che io stesso ho impiegato più di una settimana di misurazioni e tarature, prima di ottenere il risultato (da rimanere a bocca aperta) che vedrete negli ultimi grafici in sequenza. E' pur vero che coloro che hanno ascoltato questo tipo di configurazione hanno sempre confermato che l'ascolto concorda con le previsioni e con le misure. Dunque SI PUO' FARE...!
Incominciamo a studiare i grafici dal prossimo post.
Segue
F.C.