AMPLI: un 3d con una dedica precisa (Mariorossi)
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AMPLI: un 3d con una dedica precisa (Mariorossi)
Ho atteso a lungo prima di lanciare questo thread, che dedico ai Veri Appassionati che esitano ancora a prendere atto del fatto che una nuova ed entusiasmante Hi-Fi è assolutamente possibile, ma occorre appunto il coraggio di aprire la finestra e di guardar fuori. Spiego meglio.
Che l'Hi-Fi, anzi l'Hi-End, abbia subìto da anni una deriva in direzione dello sfruttamento irridente di pochi clienti disposti a credere "di tutto, di più" è nozione condivisa, ma indigesta per alcuni appassionati.
Questo spiega il fatto che, nonostante il Vaso di Pandora della inattendibilità delle riviste sia stato finalmente scoperchiato, quanto meno nel mitico thread con tremila interventi e centomila letture (su VHF), molti Veri Appassionati resistono strenuamente dal trarne le reali e necessarie conseguenze.
A parer mio e di molti altri, questi Appassionati temono che "al di là del recinto" non vi sia nulla,
a parte qualche giocattolo economico o qualche elettrodomestico...
E per questo issano la bandiera della nostalgìa e corrono a dimostrar fedeltà a chi meglio rappresenta quei tempi passati pieni di "magneti e miracoli" (con le parole di David Gilmour dei Pink Floyd in High Hopes, da Division Bell).
Dedico a loro questo thread, in cui racconterò di tante soluzioni affascinanti ed avveniristiche, che per l'ignoranza di chi recensiva e per maggior lucro di chi ne pubblicava le sciocchezze, sono andate dimenticate nel tempo.
Sono gli ampli bellissimi al posto dei quali molti di voi si ritrovano in casa la solita scatolona lucente, con dentro il solito schema fritto e rifritto, che tratteremo per primo... naturalmente.
Tante volte ho provato a raccontare la stessa storia, ma dal punto di vista del progettista di diffusori. Capisco che le mie obiezioni vi siano sembrate di parte, anche quando volevano appunto soltanto aprire la finestra su un futuro assolutamente più interessante e divertente.
Dal prossimo post !
Cordiali Saluti
Fabrizio Calabrese
Che l'Hi-Fi, anzi l'Hi-End, abbia subìto da anni una deriva in direzione dello sfruttamento irridente di pochi clienti disposti a credere "di tutto, di più" è nozione condivisa, ma indigesta per alcuni appassionati.
Questo spiega il fatto che, nonostante il Vaso di Pandora della inattendibilità delle riviste sia stato finalmente scoperchiato, quanto meno nel mitico thread con tremila interventi e centomila letture (su VHF), molti Veri Appassionati resistono strenuamente dal trarne le reali e necessarie conseguenze.
A parer mio e di molti altri, questi Appassionati temono che "al di là del recinto" non vi sia nulla,
a parte qualche giocattolo economico o qualche elettrodomestico...
E per questo issano la bandiera della nostalgìa e corrono a dimostrar fedeltà a chi meglio rappresenta quei tempi passati pieni di "magneti e miracoli" (con le parole di David Gilmour dei Pink Floyd in High Hopes, da Division Bell).
Dedico a loro questo thread, in cui racconterò di tante soluzioni affascinanti ed avveniristiche, che per l'ignoranza di chi recensiva e per maggior lucro di chi ne pubblicava le sciocchezze, sono andate dimenticate nel tempo.
Sono gli ampli bellissimi al posto dei quali molti di voi si ritrovano in casa la solita scatolona lucente, con dentro il solito schema fritto e rifritto, che tratteremo per primo... naturalmente.
Tante volte ho provato a raccontare la stessa storia, ma dal punto di vista del progettista di diffusori. Capisco che le mie obiezioni vi siano sembrate di parte, anche quando volevano appunto soltanto aprire la finestra su un futuro assolutamente più interessante e divertente.
Dal prossimo post !
Cordiali Saluti
Fabrizio Calabrese
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Il solito AMPLI
Quello che vedete qui sotto è lo schema di quello che Dough Self ha definito "Blameless Amplifier", vale a dire l'anonimo simbolo di come si possa invocare la perfezione al prezzo di una cassetta di frutta. Guardiamolo bene:
Come potete vedere, lo schema è diviso in tre blocchi: il primo a sinistra è lo stadio di ingresso (piuttosto elaborato...), quello al centro è lo stadio di amplificazione in tensione (VAS = Voltage Amplification Stage), mentre i quattro transistor a destra sono i drivers ed i finali di potenza.
Ho scelto uno schema completo delle sigle dei transistor, per cui potete facilmente trovarne i costi (p.es. sul catalogo WEB della RS Components...). In tutto parliamo di qualche decina di Euro, comprese resistenze e condensatori.
Lo schema postato è quello di un ampli da 50 Watt su 8 ohm, ma aumentando la tensione di alimentazione ed il numero di transistor di potenza è facilmente possibile scalarlo fino a 500-650 Watt su 8 ohm (900-1000 Watt su 4 ohm, se l'alimentatore è dimensionato normalmente...).
PER LA CRONACA: QUESTO E' LO SCHEMA DEL 95 PER CENTO ED OLTRE DEGLI AMPLIFICATORI SS HI-FI E PRO...!!!
Cosa ha che non va ? Quasi nulla -se ben implementato- come a suo tempo sostenne e dimostrò appunto Dough Self in una serie di articoli di importanza semplicemente trascendentale. Ne parliamo al prossimo post.
Per ora notate che mancano i circuiti di protezione... ed infatti questo particolare schema va meglio della massima parte delle sue copie domestiche e professionali, proprio per questo... Ma questo è possibile solo se si rinuncia a salire di potenza e se si può disporre di diffusori veramente ad 8 ohm, che ormai sono l'eccezione e non la regola.
Segue
F.C.
Come potete vedere, lo schema è diviso in tre blocchi: il primo a sinistra è lo stadio di ingresso (piuttosto elaborato...), quello al centro è lo stadio di amplificazione in tensione (VAS = Voltage Amplification Stage), mentre i quattro transistor a destra sono i drivers ed i finali di potenza.
Ho scelto uno schema completo delle sigle dei transistor, per cui potete facilmente trovarne i costi (p.es. sul catalogo WEB della RS Components...). In tutto parliamo di qualche decina di Euro, comprese resistenze e condensatori.
Lo schema postato è quello di un ampli da 50 Watt su 8 ohm, ma aumentando la tensione di alimentazione ed il numero di transistor di potenza è facilmente possibile scalarlo fino a 500-650 Watt su 8 ohm (900-1000 Watt su 4 ohm, se l'alimentatore è dimensionato normalmente...).
PER LA CRONACA: QUESTO E' LO SCHEMA DEL 95 PER CENTO ED OLTRE DEGLI AMPLIFICATORI SS HI-FI E PRO...!!!
Cosa ha che non va ? Quasi nulla -se ben implementato- come a suo tempo sostenne e dimostrò appunto Dough Self in una serie di articoli di importanza semplicemente trascendentale. Ne parliamo al prossimo post.
Per ora notate che mancano i circuiti di protezione... ed infatti questo particolare schema va meglio della massima parte delle sue copie domestiche e professionali, proprio per questo... Ma questo è possibile solo se si rinuncia a salire di potenza e se si può disporre di diffusori veramente ad 8 ohm, che ormai sono l'eccezione e non la regola.
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Il solito ampli: dove distorce ?
Ecco qui sotto lo schema del "Solito Ampli" con indicati i sette "punti critici" dove si può creare disttorsione.
L'individuazione lucida di questi punti -rivendicata da Dough Self- gli ha permesso di analizzare una per una tutte le soluzioni tecniche atte a risolversi, fino appunto a pervenire al "Blameless Amplifier", ovvero l'amplificatore primo di ogni difetto...
In realtà quello che Self sostenne girava da tempo sulla stampa tecnica di settore, specie sul Journal of AES, ma a lui va l'indubbio merito di aver raccolto il tutto prima in una serie di articoli pubblicati su Wireless World a metà anni '90, poi nei suoi libri.
E' inutile dilungarsi qui a discutere di ciascuno dei sette "punti critici": a noi basta sapere che i meccanismi di distorsione individuati HANNO TROVATO TUTTI SOLUZIONE grazie a minime modifiche del circuito, di costo solitamente nullo o quasi.
E proprio il costo insignificante degli ampli realizzati con questo schema, anche nelle versioni più sofisticate, ne ha decretato l'universale ed incontrastato successo...
Ma si poteva fare di più... Sì... ma dirottando dalla "retta via"...!!!
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F.C.
L'individuazione lucida di questi punti -rivendicata da Dough Self- gli ha permesso di analizzare una per una tutte le soluzioni tecniche atte a risolversi, fino appunto a pervenire al "Blameless Amplifier", ovvero l'amplificatore primo di ogni difetto...
In realtà quello che Self sostenne girava da tempo sulla stampa tecnica di settore, specie sul Journal of AES, ma a lui va l'indubbio merito di aver raccolto il tutto prima in una serie di articoli pubblicati su Wireless World a metà anni '90, poi nei suoi libri.
E' inutile dilungarsi qui a discutere di ciascuno dei sette "punti critici": a noi basta sapere che i meccanismi di distorsione individuati HANNO TROVATO TUTTI SOLUZIONE grazie a minime modifiche del circuito, di costo solitamente nullo o quasi.
E proprio il costo insignificante degli ampli realizzati con questo schema, anche nelle versioni più sofisticate, ne ha decretato l'universale ed incontrastato successo...
Ma si poteva fare di più... Sì... ma dirottando dalla "retta via"...!!!
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Qualcosa di completamente diverso
Prima di scendere in dettagli, guardate questo schema.
Anche un non esperto capisce al volo il fatto che si tratta di qualcosa di COMPLETAMENTE DIFFERENTE...
Si tratta di un finale il cui schema è stato pubblicato su Wireless World nel 1996, a firma di un certo Van Gevel.
L'ho postato solo per far capire GIA' AD OCCHIO quanto possa essere DIVERSO un ampli progettato dimenticando lo schemino da "compito a casa" di Self...
Ora non è importante se questo sia o meno "l'ampli perfetto"... anzi io credo che non lo sia affatto... ma E' DIVERSO !!!
DIVERSO vuol dire progettato da un tecnico che ha esaminato le problematiche progettuali con spirito disincantato ed innovativo...
Ecco... ora provate a cliccare su uno o più siti dove sono pubblicati gli schemi di tutti i vari McIntosh, Accuphase, Classé, e via di seguito...
Ed osservate come gli schemi di quegli amplificatori rassomigliano tutti ed inesorabilmente al "solito Ampli" e per nulla ad un oggetto del genere...
E' una prova che può fare qualsiasi appassionato che abbia un pizzico di spirito di osservazione, o che si faccia aiutare da un amico esperto nella lettura dei circuiti.
Stiamo per affermare, con cognizione di causa, che la massima parte degli ampli, anche dei marchi più blasonati, non sono altro che riedizioni di un sigolo e ben collaudato schema...
Per cui le differenze che udiamo sono probabilmente causate da possibili errori progettuali o dal semplice dimensionamento delle alimentazioni...
Perché lo ricorderete... stiamo parlando del "Blameless Amplifier", vale a dire del cavaliere senza macchia e senza paura...
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F.C.
Anche un non esperto capisce al volo il fatto che si tratta di qualcosa di COMPLETAMENTE DIFFERENTE...
Si tratta di un finale il cui schema è stato pubblicato su Wireless World nel 1996, a firma di un certo Van Gevel.
L'ho postato solo per far capire GIA' AD OCCHIO quanto possa essere DIVERSO un ampli progettato dimenticando lo schemino da "compito a casa" di Self...
Ora non è importante se questo sia o meno "l'ampli perfetto"... anzi io credo che non lo sia affatto... ma E' DIVERSO !!!
DIVERSO vuol dire progettato da un tecnico che ha esaminato le problematiche progettuali con spirito disincantato ed innovativo...
Ecco... ora provate a cliccare su uno o più siti dove sono pubblicati gli schemi di tutti i vari McIntosh, Accuphase, Classé, e via di seguito...
Ed osservate come gli schemi di quegli amplificatori rassomigliano tutti ed inesorabilmente al "solito Ampli" e per nulla ad un oggetto del genere...
E' una prova che può fare qualsiasi appassionato che abbia un pizzico di spirito di osservazione, o che si faccia aiutare da un amico esperto nella lettura dei circuiti.
Stiamo per affermare, con cognizione di causa, che la massima parte degli ampli, anche dei marchi più blasonati, non sono altro che riedizioni di un sigolo e ben collaudato schema...
Per cui le differenze che udiamo sono probabilmente causate da possibili errori progettuali o dal semplice dimensionamento delle alimentazioni...
Perché lo ricorderete... stiamo parlando del "Blameless Amplifier", vale a dire del cavaliere senza macchia e senza paura...
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F.C.
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Iniziamo a guardarci intorno...
Nel corso di questo thread conto di mostrarvi schemi veramente rivoluzionari, ma in ordine. Non bruciamo le tappe, ma cerchiamo di capire il valore delle "differenze".
Ecco un ampli che SEMBRA il Solito Ampli, ma che non lo è affatto: si tratta di un progetto di uno dei VERI massimi esperti del pianeta in materia... Edward M. Cherry !
Sembra una rivisitazione... vero ? Ma guardando con attenzione si intravedono (evidenziati) gli anelli di feedback multipli...
Ma soprattutto -mi rivolgo ai più tecnici- osservate la strepitosa implementazione della regolazione della corrente di riposo...
Semplicemente da rimanere a bocca aperta... specie se si considera che Cherry scriveva sul Journal of AES dagli anni '70 !!!
Una domanda: secondo voi quanti ampli Hi-End adottano questa topologia circuitale ??? Probabilmente nessuno...!
Se qualcuno può segnalare qualche raro caso, ci avverta !!!
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F.C.
Ecco un ampli che SEMBRA il Solito Ampli, ma che non lo è affatto: si tratta di un progetto di uno dei VERI massimi esperti del pianeta in materia... Edward M. Cherry !
Sembra una rivisitazione... vero ? Ma guardando con attenzione si intravedono (evidenziati) gli anelli di feedback multipli...
Ma soprattutto -mi rivolgo ai più tecnici- osservate la strepitosa implementazione della regolazione della corrente di riposo...
Semplicemente da rimanere a bocca aperta... specie se si considera che Cherry scriveva sul Journal of AES dagli anni '70 !!!
Una domanda: secondo voi quanti ampli Hi-End adottano questa topologia circuitale ??? Probabilmente nessuno...!
Se qualcuno può segnalare qualche raro caso, ci avverta !!!
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F.C.
Re: AMPLI: un 3d con una dedica precisa
Caro Fabrizio,
se hai tempo e voglia, sarebbe molto utile facessi seguire un commento a parole illustrativo dei circuiti che riporti.
Manco la scuola Radioelettra per corrispondenza ho fatto!
se hai tempo e voglia, sarebbe molto utile facessi seguire un commento a parole illustrativo dei circuiti che riporti.
Manco la scuola Radioelettra per corrispondenza ho fatto!
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Re: AMPLI: un 3d con una dedica precisa
Alcuni commenti li vedo postando volta per volta. Se il thread ha successo non ci sarà difficoltà a discutere in dettaglio i singoli schemi.intrepido ha scritto:Caro Fabrizio,
se hai tempo e voglia, sarebbe molto utile facessi seguire un commento a parole illustrativo dei circuiti che riporti.
Manco la scuola Radioelettra per corrispondenza ho fatto!
Quello che è importante è il messaggio complessivo: esistono soluzioni progettuali avanzatissime e dimenticate, mentre chi acquista lo fa seguendo recensioni che hanno per oggetto più spesso il peso dei dissipatori o lo spessore del pannello frontale piuttosto che il cuore del progetto, cioé lo schema.
Saluti
F.C.
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Un Kit ?
Proseguiamo nella nostra carrellata: per rimanere in tema di ampli "ruspanti", ecco un simpatico Kit pubblicato su Wireless World nel Marzo 1999, diciamo un Classe-A scalabile da 20 a ben 300 Watt per canale...
Semplice, vero ? Ecco i componenti:
Ed ecco i valori di tensione ecc..
Insomma: nulla di misterioso, eppure siamo ben oltre la soglia dei diecimila Euro, se parliamo in termini di prodotto Hi-End.
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F.C.
Semplice, vero ? Ecco i componenti:
Ed ecco i valori di tensione ecc..
Insomma: nulla di misterioso, eppure siamo ben oltre la soglia dei diecimila Euro, se parliamo in termini di prodotto Hi-End.
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Re: AMPLI: un 3d con una dedica precisa
Ora tiriamo sù le vele e cominciamo a sognare...
Finalmente un ampli con una "marcia in più": quello descritto da Robert Cordell sul Journal of AES di gennaio/febbraio 1984.
Ecco l'innovativo stadio finale (veramente innovativo...? no... scherzavo...)
ed ecco lo stadio d'ingresso:
Insomma... dal 1984 (quasi 10 anni prima degli articoli di Self) il suo Blameless Amplifier era stato già semplicemente polverizzato...
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F.C.
Finalmente un ampli con una "marcia in più": quello descritto da Robert Cordell sul Journal of AES di gennaio/febbraio 1984.
Ecco l'innovativo stadio finale (veramente innovativo...? no... scherzavo...)
ed ecco lo stadio d'ingresso:
Insomma... dal 1984 (quasi 10 anni prima degli articoli di Self) il suo Blameless Amplifier era stato già semplicemente polverizzato...
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F.C.
Re: Iniziamo a guardarci intorno...
Molto interessante, Fabrizio!F.Calabrese ha scritto: immagine
Sembra una rivisitazione... vero ? Ma guardando con attenzione si intravedono (evidenziati) gli anelli di feedback multipli...
Ma soprattutto -mi rivolgo ai più tecnici- osservate la strepitosa implementazione della regolazione della corrente di riposo...
Semplicemente da rimanere a bocca aperta... specie se si considera che Cherry scriveva sul Journal of AES dagli anni '70 !!!
Una domanda: secondo voi quanti ampli Hi-End adottano questa topologia circuitale ??? Probabilmente nessuno...!
F.C.
La strepitosa regolazione della corrente di riposo è così strepitosa... che quasi non si vede!
Naturalmente essa è strepitosamente precisa grazie ai due differenziali che valutano costantemente la Vbe dei driver (Tr15 e Tr17).
La precisione in continua di questi due differenziali è fondamentale, per cui il progettista ha pensato bene di adottare dei transistor doppi, gli AD811/AD821, che garantiscono un perfetto allineamento delle correnti che circolano nei due rami, grazie al fatto che ciascuna coppia di transistor condivide lo stesso contenitore e probabilmente anche lo stesso substrato. Quindi le inevitabili variazioni di temperatura non inficiano la precisione del controllo.
Ma anche lo stadio di ingresso è molto interessante...
bandAlex