5° episodio: contestazione e sesso
Il 5° episodio dal titolo “Il gioco con la libertà – Helga, 1962” pare interlocutorio ma più avanti si capirà che è comunque prodromo a caratterizzare il percorso personale di Helga. Racconta i fatti accaduti il 22 giugno 1962 a Monaco nel quartiere Schwabing e durati per i successivi 5 giorni, e questi fatti saranno il trait d’union di ciò che accade a Hermann e a Helga in questo lasso di tempo. Peraltro, questi cinque giorni influenzeranno decisamente il futuro della ragazza, un nuovo cammino interiore distruttivo e quasi esiziale al termine del quale deciderà per una svolta verso un atteggiamento cinico nei confronti della vita, perverso e crudele nei confronti dell’amore, verso un impegno politico e di azione nel mentre che nel mondo si creano i presupposti della prossima contestazione. E’ un episodio che si concentra quasi esclusivamente sui due personaggi, Helga ed Hermann, fuori da Monaco e lontano da tutti gli altri personaggi della vicenda. Probabilmente serve anche a staccare lo spettatore dalla comune degli artisti di Villa Cerphal, dal “gruppo”, volendo già creare un retroterra a quello che poi accadrà nel 6° film, dove le individualità sembreranno prendere il sopravvento e quello spirito di “comune artistica” apparirà scemato e in crisi. Anche in questo film, pieno di brutture e di erotismo, ricorre il riferimento continuo agli specchi che riflettono i personaggi nelle loro nudità fisiche e mentali.
Helga è una bella ragazza, sensibile, che nel contesto della comune artistica creatasi è una poetessa con alcune potenzialità. Di fatto si ispira e compone solo sull’entusiasmo che gli regala Hermann nel suo gioco di far ingelosire Clarissa. Helga compone nella speranza che Hermann possa un giorno musicare una sua lirica; ciò perché ne è follemente innamorata. Il film inizia raccontando le sensazioni di Helga nella giornata del Corpus Domini. E’ turbata e innamorata di Hermann ed è preda di sue elucubrazioni. “Annotavo tutto in me. Osservavo quello che succedeva fuori e dentro di me. Mi attirava l’odore della devozione e del peccato e quello delle betulle lungo i marciapiedi. Io stessa ero come una betulla in attesa del temporale”. Ogni suo pensiero è carico di tristezza e di lucido tormento, e si mette molto in discussione. Hermann sta dando lezioni private di pianoforte a un ragazzino di 8 – 9 anni che da circa un anno non riesce a fare un esercizio facilissimo perché non è veramente interessato e portato alla musica. Più tardi si scoprirà che preferisce concentrarsi sulle riviste pornografiche che i suoi genitori tengono in casa. I genitori del ragazzino, e soprattutto la madre che subisce il fascino di Hermann, gli propongono di andare nella loro casa di campagna per continuare ad insegnare il pianoforte al ragazzino offrendogli vitto, alloggio e 1.500 marchi per 5 settimane. L’offerta è vantaggiosa e le lezioni al conservatorio sono interrotte per la chiusura dell’anno accademico. Nonostante tutto si riserva di accettare l’incarico. E’ il 22 giugno 1962, data che segna l’inizio di una repressione violenta e isterica da parte delle forze di polizia nei confronti dei giovani che amano ritrovarsi in sit-in occasionali per suonare tra le strade di Monaco. Hermann esce dalla casa dove stava lavorando con la sua preziosa chitarra Stradivari e si accorge che c’è molto fermento per le strade e non capisce bene cosa stia succedendo. Si accorge che la polizia sta attaccando alcuni giovani che stanno suonando nella pubblica via. Quando un gruppo di poliziotti si accorge che Hermann ha una chitarra lo inseguono e lui peggiora la situazione scappando. Lo raggiungono, lo picchiano e gli spaccano lo strumento. Helga, in un altro episodio, si trova anche lei coinvolta nella stessa situazione e viene ferita dalla polizia. Si ritrovano, i due ragazzi, nella villa della mecenate, signora Cerphal, e Helga decide di andarsene per un po’ da Monaco perché schifata dall’atteggiamento borghese della polizia. E’ in questo contesto che la ragazza si dichiara innamorata e chiede al ragazzo di fare all’amore con lei. Hermann affronta Helga, ancora vergine, con un atteggiamento troppo violento e lei si ritrae dal rapporto, non pronta ad affrontare la sua “prima volta” in questo modo, ferendo lui nell’orgoglio. Helga si sente in colpa ed è amareggiata per non aver avuto il rapporto sessuale che lei stessa aveva chiesto. Hermann, assolutamente inviperito e credendo di poter far valere le proprie ragioni, il giorno dopo va al comando di polizia per denunciare l’aggressione subita. Riconosce un poliziotto di quelli che l’hanno picchiato e lo accusa, chiedendo di parlare col capo della polizia. Sta per prenderle anche dal capo della polizia, quindi scappa…ma non prima di aver detto loro dove abita. Capisce che deve sparire per un po’ pertanto decide di accettare l’offerta di lavoro la sera prima offertagli. Parte ma decide di fare una sosta al paese dei genitori di Helga, ove lei si è rifugiata. Arriva proprio il giorno prima del compleanno della ragazza e Helga gli fa conoscere due sue care amiche, Marianne e Dorli. La prima è sposata e ha 11 anni più di lui. Essendo sera tardi, e non potendo Helga far dormire Hermann a casa sua, le tre ragazze gli trovano un alloggio di fortuna. Da questo momento in poi il film diventa decisamente erotico. Hermann viene avvicinato, baciato e accarezzato audacemente dalle due amiche di Helga che è combattuta tra il desiderio di partecipare e la gelosia che l’attanaglia. Helga cerca di raggiungere le altre due donne per partecipare al gioco, ma nel mentre che le due continuano con i giochi erotici, lei si siede tra le gambe di lui e nell’accarezzarlo, tra un intreccio di gambe e carezze audaci, proclama versi poetici e riflessioni filosofiche, nell’indifferenza degli altri tre attori, quindi tenta la fuga e dopo pochi metri sviene. L’atmosfera erotica scema e ci si preoccupa della ragazza che dopo un poco si riprende, ma nulla più accade. Questa serie di film, nella sua totalità, è un festival di occasioni mancate per fatti aleatori, occasionali, o per paranoie che creano situazioni di crisi. Il giorno successivo Helga presenta ai suoi genitori Hermann che viene ospitato in casa durante lo svolgimento della festa del suo 22° compleanno insieme alle due amiche che si siedono vicino a lui e che, sotto il tavolo, lo eccitano nel mentre che in televisione vengono mostrate le immagini degli scontri tra la polizia e i manifestanti a Monaco. Il padre di Helga ha una visione degli scontri a favore della polizia e induce la figlia a bisticciare con lui e con la nonna. In un gesto di sfida filiale va a chiudersi con Hermann nella camera da letto degli ospiti. Poco prima del bisticcio lui aveva ricevuto un biglietto dalla amica sposata di Helga che lo invitava ad andare da lei quella sera. Helga dichiara il suo amore a Hermann e lui dice a lei, mentendo, che la ama. Lei si mette un completo intimo e gli chiede di festeggiare con lei facendo l’amore. Hermann in realtà è distratto. La nonna sente i rumori sospetti dentro la stanza e cerca di sfondare la porta. Hermann ha la scusa per non continuare il rapporto sessuale ed Helga momentaneamente rinuncia ma chiede a lui di lasciare aperta la porta perché appena la nonna si addormenta lei lo raggiungerà. In realtà, appena lei esce dalla stanza lui lancia una moneta affidando al caso le sue scelte, quindi si riveste e fugge dalla finestra per andare a casa della amica di Helga dove faranno all’amore per tutta la notte. Ancora specchi nella stanza da letto di Marianne, soprattutto quando lui ricorda, attraverso il profumo della pelle della donna, il suo amore con la clandestina interrotto da sua madre. La mattina dopo ripartirà dal paese per raggiungere il luogo dove lavorerà. Le poche scene del suo arrivo alla villa che abiterà per cinque settimane servono a fare capire che dopo cinque giorni le cariche dei poliziotti sono terminate, che il ragazzino che deve studiare pianoforte vive con i genitori che vanno in giro nudi per la casa e che ama guardare le riviste pornografiche e che la proprietaria di casa, anch’essa più vecchia di Hermann, finirà probabilmente, viste le occhiate che si lanciano i due attori, per fare all’amore con lui. Helga, delusa e nervosa, inizia a fumare in un atteggiamento di autolesionismo e di protesta. Il film finisce con Hermann che rientra a Monaco e, a specificare che il periodo interlocutorio è terminato, interviene l’incontro occasionale con Clarissa dove non succede assolutamente niente ma che serve da collante alla ripresa del tema principale dell’opera. Quando Clarissa gli chiede cosa è accaduto durante le vacanze, lui dice che è stato un periodo di errori e sviamenti, senza raccontare i dettagli. Pur abbastanza slegato, questo episodio, dal contesto del film, pone comunque alcune riflessioni: Hermann è attratto dalle donne più anziane di lui, perché probabilmente gli ricordano il suo amore, a cui ha giurato quattro anni prima fedeltà eterna. Terminato di fare all’amore con Marianne lui si vedrà ancora inquietantemente riflesso allo specchio, secondo il simbolismo ricorrente nell’opera. Reitz amplia ancor di più la sua analisi sulla sessualità vissuta dai giovani artisti che è sregolata e cinica quando fine a se stessa, che è inconcludente nei veri amori e che non tiene conto della distruzione subita dalle persone su cui si è abusato contando sulla loro devozione. Il film è quasi esclusivamente in B/N, e il bianco e nero interviene spesso nei momenti tristi, volgari e durante la notte. Il titolo è significativo: “Il gioco con la libertà”, ovvero la libertà da una Monaco calda e oppressiva, libertà dalla polizia, libertà da Clarissa. Il gioco è dato dalla sessualità spregiudicata, dal contesto erotico e vacanziero. Non è gioco, naturalmente, per Helga, come si capirà meglio nel 6° film. Pur interessante e convincente, è tra gli episodi che mi sono meno piaciuti.
6° film – Kennedy muore e sistema tutto.
Ancora un film strano, sicuramente non secondario e legato fortemente alla storia di questa gioventù. Un film prevalentemente in bianco e nero, dove i colori sono usati magistralmente. In alcune riprese, dove i giovani cineasti stanno girando un film, ad esempio, è spettacolare come la realtà è in b/n mentre le riprese cinematografiche, viste attraverso i filtri colorati per gli effetti speciali, prendono colore, quasi a rappresentare che la finzione del film è più bella della realtà. Vedendo Heimat mi ricordo Schindler List tutto in bianco e nero con solamente la bambina ebrea dal cappotto rosso spaurita e perduta tra le tristezze di una città preda dei nazisti. Il personaggio principale, come s’intuisce dal titolo “Noi figli di Kennedy – Alex, 1963”, è Alex, il filosofo sghembo e disincantato del gruppo, rimasto fino ad ora ai margini del racconto. Non fa niente, se non leggere in continuazione libri e applicare ad ogni aspetto della sua vita una raffazzonata massima filosofica. Collabora per qualche pubblicazione scrivendo articoli che poi difficilmente vengono accettati e pagati ed è per questo che è sempre squattrinato, malamente vestito e in difficoltà. Ma non entra subito in scena. Hermann prepara altri spettacoli e nel farlo sperimenta nuove tecniche di composizione basandosi sul movimento aleatorio di moltissimi metronomi posizionati a terra. Reitz, nel predisporre questo film, si è documentato molto sul movimento “fluxus” e sugli happening in voga nel periodo. In effetti la ricerca compositiva musicale, in quegli ambienti giovanili e culturali tra i ’50 e i ’60, dietro la spinta del personaggio di spicco della controcultura John Cage, si muoveva nella direzione del probabilismo musicale. Per intenderci, Cage riteneva che il comporre dovesse avvenire secondo il caso, che le note dovessero essere scritte senza ordine, con un meccanismo probabilistico così come imposto dall’alea nel lancio dei dadi, che non garantisce e non prevede un risultato logico.
La voce fuori campo descrive l’intervenuto Alex spiegando che il padre si era suicidato tanti anni prima perché non riusciva a far fronte ai debiti che aveva accumulato. Nello svegliarsi, la fotografia del volto di suo padre si anima e gli dice che “gli amici sono coloro che ti prestano i soldi”. Si alza affamato e infreddolito e decide di mettere alla prova i suoi amici, dopo aver constatato che da un po’ di tempo il gruppo si sta perdendo per l’individualismo che pian piano coglie i vari personaggi. La giornata di oggi, lunghissima nel film, vede Alex andare a chiedere soldi a tutti i suoi amici, in una prova che però è anche istinto di sopravvivenza. Per una serie di circostanze, nessuno potrà o sarà disposto a dare una mano ad Alex.. Sfortunatissimo, andrà a chiedere in prestito soldi a Hermann, nel mentre che lo stesso rivede Clarissa che gli dice di aver urgente necessità di 800 marchi. Hermann cerca di capire in che guaio si è cacciata Clarissa, che peraltro non può aiutare perché ha solo 80 marchi e l’arretrato di tre mesi d’affitto da pagare alla sig.ra Cerphal. Alex non sarà proprio considerato da Hermann. Così come non sarà considerato nella sua richiesta di prestito da Helga, la quale si dispera d’amore per Hermann e non coglie la disperazione della richiesta sempre garbata di Alex. Nel frattempo Alex passa davanti a negozi pieni di roba da mangiare e, nella sua magrezza, ha una fame incredibile. Chiederà soldi agli amici cineasti che stanno girando un film in un grande magazzino e che bisticciano tra di loro proprio quando Alex chiede, inutilmente, a loro di essere aiutato. Nel frattempo Clarissa invita a casa sua due studenti del gruppo degli avanguardisti, Jean-Pierre e Volker, con cui ha fatto all’amore, e dice loro che è incinta e che non sa chi dei due è il padre. I due, molto amici, non sapevano di aver posseduto Clarissa nello stesso periodo. La ragazza racconta che gli necessitano 800 marchi in prestito per fare l’aborto illegalmente, in quanto la legge tedesca non lo permette. Volker è veramente innamorato di Clarissa e terrebbe il bambino anche senza aver la certezza che sia suo. Jean Pierre, di famiglia nobile e benestante, va in banca a prelevare i soldi da dare a Clarissa. Alex vede Jean Pierre in banca che preleva i soldi, peraltro contati, e gli chiede aiuto. Naturalmente non è il momento giusto. Qui entra nuovamente in scena Helga, la quale soffre enormemente per il suo amore non corrisposto. Durante la visione di un film al cinema, dove allo spettacolo assiste Hermann, ad un certo momento due figure si pongono tra il telo e il pubblico, si accendono le luci e con una mestizia e tristezza particolari viene informato il pubblico che la programmazione del film viene interrotta per dare la tragica notizia dell’assassinio del Presidente degli Stati Uniti J.F. Kennedy. Sulle strade, di sera, c’è uno sgomento generale. Edizioni straordinarie di quotidiani vengono letteralmente assaltate per leggere le notizie. Un silenzio, a volte un brusio, tra le persone della strada è il motivo che campeggia in queste immagini. Mi ricorda molto quando, quindicenne, ero a scuola e il preside entrò dentro la classe dicendoci che le lezioni erano terminate e che dovevamo subito raggiungere casa nostra perché era stato rapito Aldo Moro dalle Brigate Rosse. Ricordo che mi colpì il silenzio e la paura della gente dentro l’autobus che mi riportava a casa. Ricordo la tensione e la paura tra la gente, che temevano che pochi personaggi non voluti da nessuno avessero fatto un golpe. E’ il mestiere di Reitz. Lo sa fare bene. Ricostruisce, così come ricordo bene successe a me e alla gente che mi era attorno quel giorno del 1978 a Genova, la reazione e lo sbigottimento della società di fronte a fatti gravi come quello accaduto quella sera (in Germania) del 1963. Alex e i due giovani coinvolti nella paternità con Clarissa corrono alla villa della sig.ra Cerphal per informare la comunità di quanto era accaduto a Kennedy e trovano Helga che sta per morire per aver tentato il suicidio con i barbiturici, vestita solamente del completo intimo con cui voleva perdere la sua verginità con Hermann il giorno del suo compleanno, e verrà salvata. Presto tutti i giovani del gruppo si ritroveranno riuniti nella villa e tanti che stavano staccandosi dal gruppo rifanno pace e si ritrovano uniti. Alex dirà che la morte di Kennedy porterà alla salvezza di Helga, al ritrovamento da parte di Alex di un portafogli pieno di soldi e di cui non è possibile risalire al proprietario e alla riunificazione dei componenti del gruppo, che ritornerà, pur nello sgomento dei fatti tragici, nuovamente coeso. Clarissa, distrutta, abortisce. I due amici e amanti di Clarissa sono ambedue molto premurosi con lei ma uno è innamorato e l’altro non lo è. Clarissa manderà al diavolo tutti e due.
Nel corso del film si vedrà più volte il manifesto del film “Jules und Jim” appeso nella stanza del gruppo. L’omaggio di Reitz a Truffaut e al suo poetico lungometraggio diventa finalmente manifesto.
Evelyne sembra ormai sparita dal ciclo narrativo. E’ l’unica persona di cui al termine non si conoscerà il destino.
7° film – Natività sacra e natività mancata
L’inverno e il natale sono le ambientazioni chiave di questo film dal titolo “I lupi di Natale - Clarissa, 1963”. E siccome il prossimo film parlerà di Schnusschen, sarà bene cominciare a introdurre questo personaggio. Nel primo film, quando Hermann all’esame di diploma si esibisce al saggio di composizione, tra le varie persone che assistono c’è anche una studente che, entusiasta, riferisce a una sua compagna che era stata lei ad insegnare a baciare al giovane maturando. Questa ragazza è appunto Schnusschen, che poi sparisce dal contesto del filo narrativo fino al sesto film. In quello ricompare come ormai donna che si ritrova a Monaco a lavorare come guida turistica e che, ritrovando Hermann, gli offre subito una grande e innata amicizia. Ragazza bella, semplice, solare, dall’istinto materno, in questo settimo film a suo modo si prende cura dell’attore principale. Hermann, nervosissimo, mette a punto gli ultimi particolari per la serata che lo vedrà protagonista in uno spettacolo musicale ove presenterà solamente suoi componimenti. Schnusschen gli è accanto e gli regala una maglia che a suo parere gli farà fare una bella figura al concerto. Nel mentre Clarissa è in preda ai sensi di colpa per l’aborto che ha fatto undici giorni prima. Memore dei consigli che gli dava il suo maestro, decide di provare a trovare pace all’interno di una pinacoteca. In quel posto vede molti quadri rappresentanti la natività o madri con in braccio bambini e i sensi di colpa aumentano. Comincia a parlare (pensare) col violoncello, che lo raffigura come un amico e lo paragona all’uomo. Vedendo passeggiare due suore per le camere della pinacoteca scorge, in preda ad una visione, che una delle due ecclesiastiche ha il volto della protagonista e da questo personaggio inventato Clarissa si sente osservata. Lei non lo sa ancora, ma sono i primi sintomi di una forte febbre. Andrà a casa ma più tardi sarà ricoverata d’urgenza in ospedale perché affetta da una forma acuta di setticemia per gli esiti dell’aborto in condizioni igieniche precarie. Hermann è ignaro di tutto questo e scruta le persone che entrano in teatro per assistere al suo concerto per vedere se c’è l’unica persona che gli interessa vedere veramente: Clarissa. Lui non riesce a perdonarle di averlo abbandonato anche artisticamente nella realizzazione del suo spettacolo e soprattutto nella partecipazione nel suo pezzo scritto apposta per lei e per il violoncello. Vedrà arrivare tutti gli altri suoi amici. C’è anche Helga, che viene accompagnata abbracciata a Stefan, uno dei cineasti, il classico ragazzo perbene. Helga ha un atteggiamento di sfida e di rabbia nello sguardo che rivolge sia a Hermann che al suo nuovo ragazzo. Prima dell’inizio del concerto Helga riesce a dire ad Hermann che è li a vederlo e che è la sua vedova, ma Hermann con prontezza gli risponde che lui non è però morto. Inizia il concerto. La cantante è Evelyn, finalmente ritornata, la quale interpreta le canzoni una delle quali tratta dalle poesie di Ansgar, e nel cantare ricorda i momenti romantici della sua breve relazione. Evelyn è perfetta nel suo trucco ed elegante. Chissà perché mi piace meno di quando l’avevo “lasciata” con le calzette bianche di cotone. Non mi dilungherò ancora sulla forma avanguardista dello spettacolo, con i musicisti in frack che raggiungono il palco muovendosi e camminando come automi. Fatto è che il pezzo scritto per Clarissa, suonato per primo ed intitolato, provocatoriamente e a voler indicare il difetto musicale, “sine nobilitate”, viene interpretato così come era stato scritto originariamente ma senza il violoncello, che era del componimento il collante di tutta la struttura armonica. A rappresentare teatralmente la mancanza della violoncellista e del suo strumento c’è una donna nuda e immobile che mostra le terga al pubblico con pitture corporali che ricordano lo strumento. Interessante notare come Hermann da una connotazione femminile ed erotica al violoncello, mentre Clarissa idealizza lo strumento come amico e confidente maschio. Quello che sarebbe un brano classico si trasforma pertanto, senza il violoncello, in pezzo avanguardista. Il concerto ha un grande successo ma per Hermann ha un sapore amaro perché non può condividerlo con Clarissa. Al termine della serata si ritrova solo con Schnusschen e, dopo alcuni tentennamenti, fanno l’amore. E’ interessante l’atteggiamento di Schnusschen nell’approcciarsi al rapporto sessuale. Probabilmente è più madre premurosa che amante nel risolversi a far l’amore con lui. Lei, nella sua semplicità, gli dice che l’ama e lui le chiede di sposarlo. Lei ride e non crede a Hermann, spiegandogli che deve passare del tempo e devono confermarsi certi aspetti e valori dell’amore tra loro. Ancora Reitz dichiara il suo affetto a Truffaut mostrando in più occasioni il manifesto del film “Jules und Jim”. Al termine del rapporto, ancora tutti e due nel letto, Hermann si vedrà riflesso nello specchio come ormai consueto e rituale. Jean Pierre e Volker, i due amici ed ex amanti di Clarissa, assistono all’ospedale Clarissa. Soprattutto Volker si prende cura di lei e si mostra veramente innamorato e preoccupato. Peraltro è considerato dai medici e dalla madre di Clarissa il fidanzato che, dopo averla messa in cinta, ha anche permesso l’aborto clandestino che ha ridotto in fin di vita la ragazza. I due amici hanno anche il tempo di parlare del concerto di Hermann, alla quale ha assistito Jean Pierre perché Volker assisteva Clarissa in ospedale. Jean Pierre, su richiesta di Volker, dice subito che lo spettacolo è piaciuto al pubblico. Quando Volker insiste per conoscere il suo giudizio di musicista, Jean Pierre, con un piglio e uno stile da futura classe dirigenziale, dice che Hermann è un genio della composizione. Ci si avvicina al natale. Clarissa è in via di guarigione ma continua a stare male perchè è in camera con una puerpera. Helga e Stefan vanno a trascorrere il natale da soli in una baita di montagna. La fotografia in bianco e nero è stupenda. Stefan è innamorato e sopporta ogni sorta di violenza psicologica che Helga escogita nei suoi confronti. Ancora i due non hanno avuto rapporti sessuali e Helga continua a eccitare Stefan e a mortificarlo. La sera di natale, soli nella baita isolata in montagna, l’ambiente sembra perfetto per fare all’amore e lei sembra finalmente pronta. Lei è nuda e lui si sta spogliando. Ancora una volta Helga mortifica Stefan che perde la testa e si lancia contro di lei prendendola per il collo. La scena s’interrompe e non si capisce l’esito della aggressione. Clarissa è ormai quasi guarita. La notte di natale deciderà, come a voler dare un corso diverso alla sua vita, di andare nel bagno dell’ospedale e di tagliarsi i capelli con una forbice. Inspiegabilmente esce dal bagno con i capelli a caschetto, come appena pettinata dal parrucchiere, e bisticcia con sua madre che la accusa di essere un’assassina. Scappa dall’ospedale e va a casa di Volker, ma li le viene detto che è andato a Strasburgo a trascorrere il natale nella villa natale del ricchissimo Jean Pierre. Sotto la neve, va allora alla villa della Sig.ra Cerphal dove trova da solo Hermannn. Fa molto freddo, quindi dormono abbracciati per scaldarsi dichiarandosi, piangendo, amore eterno e dicendo anche che ormai possono volersi bene solo come due fratelli. Compongono, al mattino successivo, una canzone disperata che parla di due lupi che stanno vicino e che non si fanno del male, che stanno bene assieme ma che non si appartengono.
Heimat 2 - 2a parte con altri 3 film
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